Stanotte non riesco a dormire.
Il sonno arretrato, il corpo a pezzi,
la stanchezza opprimente per i troppi eccessi... scenario ideale per
qualche ora di oblio rigenerante.Ma la testa no... la testa non smette di vomitare pensieri. Mi conosco... non mi addormenterò mai, così non ci riesco. Mi alzo, mi rivesto, e decido di avventurarmi nella notte, ramingo.
Fa freddo. Le strade brillano di pioggia dimenticata. L'umidità mi aggredisce... le mie ossa implorano una tregua che non ci sarà mai.Le gocce sul parabrezza scivolano pigre, ipnotiche... inizio a sentirmi meglio, sorrido nell'ombra.Le strade sono deserte, il silenzio della notte ammanta i miei pensieri...
soffocandoli.
Meccanicamente accendo la radio. Note voluttuose entrano in punta di piedi nella mia testa. Non so neanche cosa sto ascoltando, non riconosco la musica... ma va bene così, non importa. Il
cupo borbottio del motore, pensieri soffocanti, una scala jazz che si
ripete, questa strada invitante e infinita, la pioggia di aprile, un
vagabondo morto di sonno. Siamo tutti ospiti dell'eterna
protagonista.... la notte.
Spesso ho guidato nelle tenebre, per lunghe ore, magari di ritorno da incontri celati, passati tra le braccia di chi sa dispensare sogni ed oblio. Nella
testa, come linfa vitale, scorrono densi questi ricordi... riemergono i
pensieri che mi accompagnavano in quegli istanti di beatitudine,
turbinanti. Questo vortice di frammenti spazia impetuoso nella mia
mente, aprendo la botola del pozzo dei ricordi... i miei ricordi. Anche
quelli che non vorrei.
La strada è ancora deserta, ma non mi invita
più ora, invece mi osserva... maligna. Occhi gialli di demone sembrano
spiarmi nascosti dal guard rail, lampioni scheletrici mi feriscono con
luci abbaglianti. Un cane disintegrato mi fissa immobile dall'asfalto,
la mascella spalancata in una risata distorta. Inchiodo, e in un attimo
sono immobile, inerme in mezzo al nulla. Inversione a U, si torna a
casa.